Hotel Croce Bianca - Omegna
Omegna by night
Hotel Croce Bianca
Il fiume Nigoglia
Isola San Giulio
Fuochi d'artificio a San Vito
Omegna dal lago

Enogastronomia

Agli appassionati del gusto e della buona tavola, il territorio del Lago Maggiore offre una ricca tradizione enogastronomica.

Ce n’è per tutti i gusti: dai formaggi degli alpeggi, dove mucche e capre pascolano all’aria aperta lungo ampie distese verdi, alla lavorazione e trasformazione delle carni in saporiti salumi per i palati più decisi, dall’ampia varietà di produzione di miele ai numerosi dolci tipici della cucina locale per i palati più morbidi.

Anche il vino non viene trascurato e si accompagna perfettamente alle diverse proposte culinarie di questo territorio, che dalle dolci colline del novarese, alle acque del Lago Maggiore spazia fino alle alte vallate dell’Ossola.

 

 Formaggi

 

Il territorio del Lago Maggiore e delle sue valli è rinomato per la produzione di formaggi d’alpeggio che ne contraddistingue la cultura gastronomica locale. Grazie alle sue valli fatte di grandi prati verdi e di ampi spazi per il pascolo degli animali, l’intero territorio vanta una lunga tradizione casearia d’eccellenza.

Tra i formaggi tipici vi sono l’Ossolano d’Alpe, formaggio vaccino dal gusto dolce e intenso, il rinomato Bettelmatt prodotto in soli 7 alpeggi delle Valli Antigorio e Formazza, la Toma del Mottarone, dal caratteristico color giallo paglierino e poi numerosi formaggi come il caprino e la ricotta. Questi formaggi vengono prodotti negli alpeggi di montagna o nelle latterie e caseifici a mezz’alpe: tra le strutture storiche della produzione casearia locale ricordiamo la Latteria Sociale Antigoriana a Crodo, in Valle Antigorio.

La cultura casearia si ritrova anche sulle sponde del Lago con la Formagella di Luino, formaggio a pasta semidura, realizzato con latte intero e crudo di capra.

Tra le eccellenze di questo territorio non si può non citare il Gorgonzola prodotto sia nell’area di Varese, sia nella città di Novara e nella zona collinare.

 

 Miele

 

Il miele prodotto nel territorio del Lago Maggiore e delle sue valli trova ottimo accompagnamento con il lardo, con i formaggi, con i dolci, ma anche abbinato a primi e a secondi piatti. È una delle tante specialità offerte dai produttori locali: una tradizione antica quella dell’apicoltura che ha radici nel Trecento, come testimoniano documenti e pergamene storiche.

Con la costituzione del “Consorzio Tutela e Garanzia Mieli del Verbano Cusio Ossola” e del "Consorzio Qualità Miele Varesino" la produzione e la qualità del miele è garantita, grazie alle più moderne tecniche di lavorazione coniugate all’antica esperienza. Il consorzio ha deciso di privilegiare i principali mieli ottenuti sul territorio.

La particolare conformazione geografica permette un’estensione della produzione dalle sponde del Lago Maggiore alle più alte quote montane. Grazie alle differenti fasce altimetriche e alla variegata vegetazione si producono sette diversi mieli con caratteristiche organolettiche pregiate: i mieli di castagno, robinia, tiglio, rododendro, il miele di melata, il millefiori e il millefiori di montagna. I mieli prodotti hanno quindi gusto e colore differenti, da giallo chiaro ad ambrato, dolce o leggermente amaro, derivati dalle varietà di fiori e piante bottinate dalle api.

 Salumi

 

La lavorazione e la trasformazione della carne in insaccati ha una tradizione antichissima in tutto il territorio del Lago Maggiore, dalle colline alle montagne. Oggi grazie alla sapiente maestria dei produttori, unita alla radicata tradizione della lavorazione degli insaccati, l’intero può annoverare numerosi prodotti tipici.

Ricchissima la produzione delle Valli dove primeggiano la mortadella Ossolana (presidio Slow Food), il Prosciutto e il violino di capra della Valle Vigezzo, il lardo alle erbe di Macugnaga o la rinomata carne secca. Nei taglieri delle merende nostrane non mancano salami, pancetta e bresaola. Spostandosi verso le colline del novarese carni suine di prima scelta vengono lavorate per offrire ai buongustai noti insaccati come il Salam della Duja e il Fidighin Pat.

Questi deliziosi salumi ben si sposano con i corposi vini rossi come il Ghemme Docg e il Nebbiolo delle colline novaresi, il Prunent e il Nouv Bruschett delle valli ossolane o i vini di Angera.

 Riso

 

L'intero territorio di Novara ritrova nel riso la più tradizionale delle sue coltivazioni: da oltre 500 anni questo prodotto ha caratterizzato l'economia agricola e il paesaggio di Novara. L'offerta è ricchissima e spazia dai classici e conosciuti risi Arborio, Roma, Sant'Andrea alle tipologie Baldo, Balilla, Vialone Nano, Ribe e Venere, meglio noto quest'ultimo come riso nero.

La più classica delle ricette novaresi a base di riso è sicuramente la Paniscia, un gustoso e nutriente piatto condito con un battuto di lardo, cipolla, salame della duja e cotto in un brodo preparato, secondo le stagioni, con fagioli, carote, sedano, porri, verze e pomodori. Il nome "paniscia" deriverebbe dal fatto che in origine al posto del riso si usava il panìco, cereale di scarso pregio simile al miglio.

Un tempo la "paniscia" era il piatto superlativo, una prelibatezza delle festività e delle grandi occasioni; oggi è invece possibile gustarla nei numerosi ristoranti, agriturismi e trattorie delle colline novaresi accompagnata da un buon bicchiere di vino piemontese.

 Vini

 

Per gli appassionati del gusto non potevano mancare, nella ricca tradizione enogastronomica del Lago Maggiore, vini corposi e profumati da abbinare alle diverse proposte culinarie di questo territorio che spazia dalle dolci colline alle acque del Lago fino alle alte vallate.

L’offerta è davvero ricca e variegata. Primeggiano certamente i vini delle colline novaresi, come il Ghemme Docg e il Nebbiolo Doc o ancora come la Barbera o la Vespolina Doc.

Le Valli dell’Ossola, con i propri vigneti terrazzati, offrono vini che esprimono i sapori della montagna come il Prünent (che ha celebrato i 700 anni di storia), il Neuv Bruschett e il Cà d’Matè, l'Ossolanum, il Tarlap e il Balòss che hanno ricevuto il riconoscimento della D.O.C alla fine del 2009.

Sulle sponde del Lago è invece possibile deliziare il proprio palato con i vini di Angera.

 Dolci e biscotti

 

Sono numerosi i dolci tipici della cucina locale di questo vasto territorio che unisce realtà territoriali diverse come il lago, la collina e le montagne. Nelle diverse botteghe, nei negozi di prodotti tipici o nelle pasticcerie tradizionali è possibile gustare o acquistare le prelibatezze della tradizione.

Nelle valli dell’Ossola, e in particolare in Val Vigezzo, non si può non fare tappa in una delle panetterie di paese che vendono il Crescenzin, una pagnotta rotonda di pane di segale arricchita con noci, fichi e uvetta.

Scendendo verso il Lago Maggiore troviamo a Mergozzo le squisite Fugascine, dal marcato sapore dolce, a Stresa le Margheritine, biscotti prodotti in onore della regina Margherita di Savoia e a Verbania le Intresine, biscotti al burro cosparsi di mandorle e nocciole.

Spostandosi a Novara e sulle colline è d’obbligo gustare il Pane di San Gaudenzio e i tradizionali Biscotti di Novara, preparati con farina di frumento, zucchero e uova fresche. A Varese da non perdere il “Dolce di Varese”, un tronchetto soffice e leggero preparato con farina di mais.

L'Ossola e le sue Valli

Non solo lago ma  anche Valli e Montage...

 

 La Val d'Ossola

La Val d’Ossola è un’ampia valle alpina, situata a nord del Piemonte e al confine con la Svizzera, composta da sette valli: Valli Vigezzo, Anzasca, Formazza, Bognanco, Divedro, Antigorio e Antrona. Al centro è racchiusa la piana dell’Ossola con i suoi caratteristici centri storici.

Il nucleo fisico e amministrativo dell’Ossola Centrale, sua “capitale civile”, è Domodossola, terra di transito per il passo del Sempione e per i valichi alpini della Formazza. Forte della sua vocazione di città di frontiera, Domodossola ha saputo negli anni confermarsi come moderna cittadina pur conservando le sue caratteristiche di borgo medievale. Sul colle Mattarella che sovrasta la cittadina si trova il Sacro Monte Calvario, inserito dall’Unesco a partire dal 2003 tra i Patrimoni dell’Umanità.

Domodossola, da sempre importante punto di riferimento per le sette valli ossolane circostanti (Anzasca, Antrona, Bognanco, Antigorio, Divedro, Formazza, Vigezzo), si caratterizza come borgo di frontiera e come importante snodo ferroviario tra l'Italia e la Svizzera.

La sua lunga carriera di terra di passaggio iniziò nel 1805 con la costruzione della strada napoleonica del Sempione, a cui un secolo dopo seguì la costruzione del traforo. 

Il borgo di origine medievale ha mantenuto intatta la caratteristica piazza Mercato: disposta a forma di trapezio e circondata da eleganti edifici signorili ornati da loggette e balconi, la piazza ospita uno dei teatri culturalmente più vivaci del VCO, il Teatro Galletti. Di particolare interesse storico è anche via Briona, che ci regala la omonima torre risalente al 1300. Trecentesco è anche il rinascimentale Palazzo Silva, sede museale di reperti etruschi e romani e frammenti di mummie egiziane. Nella parte esterna del palazzo, meritano attenzione le diverse incorniciature interamente realizzate con il marmo di Crevoladossola.

 Vogogna


L'antico borgo di Vogogna, di origine medievale, è situato nel cuore dell'Ossola, a pochi chilometri dal Lago Maggiore, dal Lago d'Orta e dalla Svizzera. Entrato a far parte del Parco Nazionale della Val Grande, è ricco di tradizioni, di cultura e di storia.

La sua posizione strategica ha fatto sì che Vogogna fosse eletta nel XIV sec. da Giovanni Visconti, Vescovo e Signore di Milano, capitale dell'Ossola Inferiore, centro della vita politica e amministrativa della regione, contrapposta a Domodossola, capitale dell'Ossola Superiore.

Il borgo è dominato dall'imponente Castello Visconteo; progettato nel XIV sec. con funzioni difensive e militari, venne poi utilizzato, nella fine del Settecento, come prigione. Ad oggi il Castello, le sue corti e il giardino esterno ospitano frequenti mostre e manifestazioni legate alla storia del Medioevo, nonchè un Centro Multimediale di carattere nazionale. Sovrasta il Castello l'antica Rocca, un tempo fortezza dalle funzioni difensive e strategiche.

Di notevole interesse il Palazzo Pretorio, che sorge nel centro storico di Vogogna. Ispirato al modello architettonico del "broletto" lombardo, è caratterizzato da una serie di archi acuti che poggiano su tozze colonne. Ancora visibili i frammenti delle antiche decorazioni pittoriche, tra cui spicca lo Stemma Visconteo della facciata.

 Valle Vigezzo

 

La Valle Vigezzo è situata nell’estremo lembo nord-orientale del Piemonte tra le Valli Antigorio e Formazza e la Val Cannobina. Aperta verso la Svizzera, la valle è percorsa dalla Vigezzina, la storica ferrovia che unisce le due nazioni attraverso un percorso di 55 chilometri tra gallerie, strapiombi e suggestivi paesaggi.

Caratterizzata da ampi spazi e abitata, su entrambi i versanti la Valle Vigezzo ha inizio a Masera e attraverso sette comuni si sviluppa fino al confine elvetico. Centri principali della vallata sono Druogno e Santa Maria Maggiore, apprezzate località turistiche in cui arte, cultura e natura si fondono in modo armonioso.

Il borgo storico di Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo, si colloca a 816 mt di altitudine; in passato capoluogo della così detta "Valle dei pittori", oggi è centro turistico in grado di offrire numerose opportunità di svago e di relax.

In inverno, gli amanti dello sci di fondo posso godere di una bellissima pista che unisce Malesco, Santa Maria Maggiore e Druogno attraverso boschi, radure e pinete innevate, mentre in primavera e in estate il borgo è meta ideale per escursioni e tranquille passeggiate.

Santa Maria Maggiore è sede di due importanti musei: il Museo dello Spazzacamino e la Scuola di Belle Arti "Rossetti Valentini". Il Museo dello Spazzacamino, sito nel parco della splendida Villa Antonia, rappresenta, con i suoi cimeli, immagini e pubblicazioni, una curiosa e affascinante testimonianza di quello che per secoli è stato il mestiere maggiormente praticato dagli emigranti locali e che viene celebrato, nel paese di Santa Maria Maggiore ogni anno a settembre, con il Raduno Internazionale dello Spazzacamino. La Scuola Museo, fondata nel 1868 da Gian Maria Rossetti Valentini, ospita una vasta pinacoteca, al cui interno è possibile ammirare le opere dei più importanti artisti vigezzini.

 Il trenino delle centovalli

 

L’intera Valle Vigezzo è attraversato dallo storico trenino blu (meglio conosciuto in Italia come Trenino blu della Vigezzina e in Svizzera come Trenino delle Centovalli), linea ferroviaria che collega la città di Domodossola con la cittadina svizzera di Locarno. Questa linea ferroviaria nacque nei primi del Novacento dal desiderio degli abitanti della valle di avere una propria ferrovia come completamento della linea del Sempione, emblema del progresso portato dal nuovo secolo.

Ferrovia alpina per eccellenza la Vigezzina attraversa paesaggi suggestivi dominati da boschi, montagne selvagge, corsi d’acqua e cascate lungo un percorso di 52 chilometri, formato da 83 ponti e 31 gallerie. Completamente immerso nella natura questo tracciato, tra Italia e Svizzera, offre ai passeggeri la possibilità di osservare da vicino panorami mozzafiato. Superata la Valle Vigezzo il Trenino blu attraversa il suggestivo territorio svizzero delle Centovalli tra boschi di faggio, corsi d'acqua e montagne dai fianchi frastagliati alla volta di Locarno.

Per coloro che desiderano osservare gli splendidi paesaggi di questo territorio segnaliamo il "Lago Maggiore Express", una proposta di viaggio che permette di percorrere in giornata, dapprima l'intero Lago Maggiore da Stresa a Locarno mediante il battello, e poi la Valle Vigezzo e le Centovalli attraverso il panoramico trenino blu.

 Macugnaga


Macugnaga è una splendida località alpina collocata al termine della Valle Anzasca, ai piedi dell'imponente parete est del Monte Rosa.

Fu fondata nel XIII sec. dai Walser, popolo di origine alemanna proveniente dall'elvetico Canton Vallese, insediatosi nei solchi vallivi del Monte Rosa, in Val Formazza, nella Valle del Sempione e in Val d'Aosta. Qui il così detto "Popolo delle Alpi" seppe sfruttare al meglio quanto offerto dagli alpeggi di alta montagna, affinando caparbiamente la sua eccezionale capacità di adattamento ai rigori e alle difficoltà dell'ambiente e dando origine alle sue caratteristiche comunità.

Cultura e tradizioni walser caratterizzano ancora oggi Macugnaga: l'architettura tipica delle sue abitazioni, i tradizionali costumi indossati dalle donne del paese per le occasioni spaciali, come la Fiera di San Bernardo, e ancora la lingua Titsch parlata dagli anziani del paese o il tipico "Dorf", piccolo nucleo abitativo del 1200.

Macugnaga è oggi moderno centro turistico, adatto sia per i soggiorni invernali che per quelli estivi. In inverno 35 km di piste, due anelli di fondo, uno snowpark e numerosi tracciati per le ciaspole offrono numerose opporunità agli amanti della neve. Durante l'estate sono invece molteplici le occasioni per passeggiare tra i bosci, fare escursioni alla scoperta degli alpeggi e dell'Oasi Faunistica e praticare alpinismo di alto livello sulle cime del Monte Rosa.

 La Cascata del Toce

 

La Cascata del Toce, situata a quota 1675 metri, è considerata una delle più spettacolari delle Alpi.

Alimentata dal fiume Toce - che si forma nella piana di Riale dalla confluenza dei torrenti Hosand, Gries e Rhoni - la cascata rappresenta da sempre una meta turistica privilegiata, ed è stata apprezzata negli anni da visitatori illustri come Richard Wagner, Gabriele D'Annunzio, la Regina Margherita, il Re Vittorio Emanuele III e Giosuè Carducci.

Allo spettacolo offerto dalle Cascate del Toce, uno dei più belli d’Italia, assistono ogni anno migliaia di turisti e valligiani, attirati dal suggestivo panorama delle Alpi Lepontine.

La cascata è aperta fino al 18 settembre con i seguenti orari:
dal lunedì al sabato: dalle 11.30 alle 13.30
domenica: dalle 10.00 alle 16.00

Durante il mese di agosto, in alcuni giorni speciali, la cascata è aperta con orario prolungato.

Il Lago d'Orta

Situato nell’area del Cusio, tra la piana dell’Ossola e la sponda occidentale del basso Lago Maggiore, il Lago d’Orta è conosciuto come uno dei più romantici laghi d’Italia.

Sulle sue sponde Omegna e Orta San Giulio ne rappresentano i centri principali. Omegna, situata nell’estremità settentrionale del lago, è il centro per eccellenza del distretto del casalingo ed è nota per la secolare festa di San Vito.

Da Omegna l’itinerario circolare lungo le sponde del lago conduce a Nonio, a seguire Cesara, con il suggestivo il Santuario della Madonna del Sasso. Entrando nella provincia di Novara incontriamo le cittadine di Pella, piccolo centro turistico, San Maurizio d’Opaglio, che ospita il Museo del Rubinetto, e Gozzano.

Perla del lago è Orta San Giulio e l’omonima isola che la fronteggia. Orta San Giulio è un piccolo scrigno di storia e arte, un borgo medievale che offre palazzi signorili, piccole vie e caratteristiche costruzioni in pietra. Dal porticciolo si può raggiungere la pittoresca Isola di San Giulio, una piccola isola dominata da una chiesa romanica e da un antico monastero.

A completare l’area del Cusio troviamo la Val Strona che, nei suoi sette comuni, conserva ancora oggi tradizioni e cultura del passato tra cui la lavorazione del peltro, del rame, dell’ottone e soprattutto del legno. Ne è testimonianza la produzione di Pinocchio: il burattino di legno di Collodi riprodotto da esperti artigiani e commercializzato in tutto il mondo.

 

 Orta San Giulio

Affacciata sul Lago d'Orta, la cittadina di Orta San Giulio è una delle mete imprescindibili del turismo del Verbano Cusio Ossola.

Luogo eletto per gli spiriti romantici, il borgo si sviluppa attraverso un caratteristico groviglio di stretti vicoli acciottolati, spesso fiancheggiati da vecchi muri in pietra sui quali compaiono portali ad architrave triangolare: le piazzette, molto simili ai campielli veneziani, sono vivacizzate dalla presenza di botteghe artigiane, negozi di antiquariato e animati locali di ritrovo.

Gode di una bellissima vista sul Lago d'Orta la quattrocentesca Chiesa della Maria Assunta, ambientazione ideale per molti matrimoni, la cui scalinata di granito conduce verso Piazza Motta, la piazza principale del paese. La discesa avviene tra due ali di case affrescate nel Cinquecento e approda in questa piazza-salotto in cui si trova il cinquecentesco Palazzo della Comunità, da cui si dipartono lateralmente due antiche vie che conducono rispettivamente al Moccarolo e alla Villa. La zona del Moccarolo, nella parte meridionale del borgo, si presenta con un'elegante sfilata di ville e palazzetti tutti dotati di piccoli ma rigogliosi giardini affacciati sul lago. La zona Villa, invece, offre una bellezza più rustica, con nobili case d'epoca arricchite da graziosi balconcini in ferro battuto, ammirabili percorrendo la stretta e affascinante via Olina.

Punto panoramico d'eccellenza è però il Sacro Monte di Orta, complesso devozionale eretto tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secc., inserito nella Riserva Naturale Speciale omonima: il complesso è raggiungibile percorrendo un piccolo sentiero che parte da Piazza Motta.

 L'isola di San Giulio

Sulle sponde del lago d'Orta sorge una cittadina dall'imperdibile fascino: Orta San Giulio, fronteggiata dalla stupenda Isola di San Giulio. La piccola Isola di San Giulio, raggiungibile in battello o in motoscafo, è dominata dalla basilica romanica, dal palazzo vescovile e dall’abbazia benedettina.

La leggenda narra che quest'isola, distante non più di 400 metri dalla riva di Orta, un tempo era uno scoglio abitato da serpi e terribili mostri, fino a quando nel 390 vi approdò San Giulio: attraversando le acque del lago sopra il suo mantello e guidato nella tempesta dal suo bastone, il Santo fondò una chiesa, nella quale scelse poi di essere sepolto, e trasformò l'isola nel centro di evangelizzazione di tutta la regione.

Il turista viene accolto sull'isola da una breve scalinata che conduce alla suggestiva basilica romanica, la principale attrattiva del posto. La visita prosegue attraverso una stradina che percorre l'intera isola; si tratta della "via del silenzio e della meditazione", suggestivo connubio tra spiritualità e architettura. Camminando per i vicoli di San Giulio si raggiunge l'ottocentesco Palazzo dei Vescovi e l'Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae: in questo affascinante convento di clausura femminile le monache, che risiedono stabilmente sull'isola, trascorrono le loro giornate dedicandosi alla preghiera, allo studio, al restauro di antichi e preziosi paramenti sacri, alla confezione delle ostie e alla preparazione del celebre "pane di San Giulio". Gli altri edifici dell'isola, ora residenze private, costituivano un tempo le abitazioni dei canonici: tra le più antiche si segnala la Villa Tallone, dove ogni anno si svolgono prestigiosi concerti di musica classica.

Il Sacro Monte di Orta

Il Sacro Monte di Orta, situato sul promontorio che sovrasta l'abitato e il lago omonimi, colpisce profondamente sia per la ricchezza artistica e architettonica del complesso religioso sia per l'indescrivibile suggestione che la bellezza e l'armonia del luogo riescono a suscitare in ciascun visitatore.

La storia del complesso risale al 1583, quando la Comunità di Orta decise di fondare un convento presso la chiesa di San Nicolao, di cui è rimasta oggi visibile la scultura lignea quattrocentesca della Madonna della Pietà. Nel 1591 i Francescani cappuccini diedero il via ai lavori di costruzione delle cappelle dedicate alla vita di San Francesco, a cominciare dall'attuale XX, la prima in ordine di fondazione anche se ultima nella rappresentazione del ciclo.

Tra la fine del Cinquecento e quella del Settecento si completà la costruzione delle cappelle, disposte su un percorso a spirale che sfruttava la costa del promontorio, un itinerario guidato dalla vegetazione circostante che consentiva al pellegrino di godere di alcuni momenti di sosta e meditazione all'ombra, per poi affacciarsi sul magnifico panorama offerto dal Lago d'Orta. Tra i diversi artisti che furono coinvolti nella decorazione delle cappelle ricordiamo il Morazzone, Stefano Maria Legnai e il Beretta, che hanno determinato una evidente commistione di stili artistici, quali il rinascimentale, il barocco, il rococò e il neoclassico. Lo scopo di ogni Sacro Monte era quello di raccontare ai fedeli, per lo più analfabeti, la storia sacra attraverso le immagini descrittive degli affreschi e dei gruppi plastici in terracotta.

Nel 1980 la Regione Piemonte istituì la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte d'Orta, al fine di salvaguardare e valorizzare il considerevole patrimonio artistico e ambientale del luogo.

 Il Santuario della Madonna del Sasso

Uno dei luoghi sacri più spettacolari del Lago d'Orta è sicuramente il Santuario della Madonna del Sasso, edificato nell'omonimo comune sulla grande roccia granitica a strapiombo sul lago sottostante. Da qui la vista è insuperabile: si dominano il Lago d'Orta e i monti della riviera orientale tra cui il Mottarone.

Questo complesso sacro, costruito nella prima metà del '700 sul luogo di una preesistente cappella tardomedievale dedicata alla Madonna Addolorata, è costituito dalla chiesa, dalla torre campanaria e dalla casa parrocchiale. Il santuario, a croce greca e abside circolare è sormontato da una grande cupola affescata che proietta sul pavimento una stella a intarsio.

Al suo interno è inoltre custodito un grande ciclo pittorico di Lorenzo Peracino, pittore e scultore valsesiano che lasciò impronta del suo valore in numerose chiese del Cusio e dell'Ossola. Sull'altare maggiore si può ammirare lo splendido dipinto del 1547 di Fermo Stella da Caravaggio, discepolo di Gaudenzio Ferrari, raffigurante la Deposizione di Cristo. Di particolare interesse è il monumentale organo del VXI secolo costituito da 700 canne e da una tastiera di 58 tasti.

Il Santuario della Madonna del Sasso è punto di arrivo del percorso escursionistico Le Valli della Fede, un itinerario che collega i santuari minori del Biellese centrale e orientale con il Lago d'Orta. Il tracciato di questo percorso è ispirato al percorso che San Carlo Borromeo ripeté presumibilmente più volte durante gli anni nei quali fu arcivescovo di Milano (1565- 1584).

 Legro, il paese dipinto

 

Dal 1998 la piccola frazione di Legro è diventata un'interessante meta turistica grazie a dei bellissimi affreschi che ne colorano il centro storico. Libere interpretazioni delle opere del poeta conterraneo Gianni Rodari e di pellicole girate sulle sponde del Lago d'Orta costituiscono le tematiche ispiratrici dei "murales" che illuminano i muri delle case del piccolo centro.

Nella suggestiva passeggiata attraverso le vie di Legro riviviamo, attraverso splendidi fotogrammi dipinti, scene di famosi film che videro il Lago d'Orta come cornice: "Il balordo", "L'amante segreta", "Una spina nel cuore", "La voglia di vincere", "Il piatto piange" e "La stanza del Vescovo". Gli autori delle opere sono artisti affermati, sia nazionali che stranieri, e gli alunni di alcuni licei artistici della zona.

La torre di Buccione

Sulla sommità di una collina che domina il Lago d'Orta, si eleva, con i suoi 23,20 m. di altezza, la Torre di Buccione.

Questa massiccia torre in pietre di granito e serizzo, rappresenta, insieme ai due recinti adiacenti, i resti di un antico complesso fortificato, attestato fin dagli inizi del sec. XIII. L'attribuzione originaria resta comunque oggetto di controversie tra gli studiosi: i Romani, i Longobardi o i vescovi di Novara.

La Torre di Buccione faceva parte di un fitto sistema di fortificazioni poste a salvaguardia dell'indipendente borgo di Orta: era infatti munita di una campana con cui veniva allarmata la popolazione in caso di pericolo, di cui l'ultimo esemplare secentesco è oggi ammirabile nel giardino del Municipio di Orta.

Internamente la torre risulta suddivisa in quattro piani da soppalchi di legno, collegati tra loro con scale a pioli. Il soffitto dell'ultimo piano è costituito da una volta in muratura a crociera, sulla quale poggia il pavimento del piano di vedetta. Al piano inferiore della torre si apre l'attuale ingresso ottocentesco, mentre l'ingresso originario si trovava a circa sette metri di altezza. Il secondo e terzo piano accoglievano la guarnigione, invece al quarto piano si trovava la cella da cui si difendeva l'ingresso lanciando sassi.

Lago Maggiore e dintorni

Il Lago Maggiore dista pochi chilometri da Omegna ed è facilmente raggiungibile con un breve tragitto in auto di 15/20 minuti oppure utilizzando i mezzi pubblici che collegano Omegna a Verbania.

 

Il Golfo Borromeo

 

L’area del Golfo Borromeo è circoscritta dalla parte di Lago Maggiore che si estende da Verbania a Stresa e che comprende, oltre alle meravigliose Isole Borromee, anche la zona collinare a ridosso di Verbania.

La bellezza dell’area del Golfo Borromeo risiede nel connubio perfetto tra arte e natura. La mano dell’uomo ha saputo nei secoli costruire sapientemente adeguandosi alle forme della natura sulle acque del lago e sulle sue sponde.

Le cittadine di Baveno, Stresa sono caratterizzate dal lusso e dall’eleganza conferitegli dalle maestose ville signorili che si trovano lungo questo tratto di sponda del Lago. Un’atmosfera romantica e raffinata caratterizza queste vere e proprie “perle” del Lago Maggiore, che attirano ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.

Davanti A Stresa, nel cuore del Golfo, le tre Isole Borromee creano una cornice suggestiva, dal fascino senza tempo.

Poco distante da Stresa si trova Verbania, capoluogo di provincia, un vivace centro turistico, apprezzato per le ottocentesche ville come Villa S. Remigio, Villa Giulia e Villa Taranto, i cui giardini sono tra i più famosi e frequentati d’Europa grazie alle suggestive scenografie floreali che li caratterizzano.

Risalendo le colline che circondano Verbania, si scoprono decine di piccoli borghi, con caratteristiche tipiche dei paesi di montagna con vista panoramica sul Golfo Borromeo e sulle sue isole. Da queste alture ha inizio poi il Parco Nazionale della Val Grande: la più grande area wilderness dell'intero arco alpino.

 Mottarone


Con i suoi 1491 metri, la cima del Mottarone, questa imponente e dolce montagna che divide il Lago Maggiore dal Lago d'Orta, offre panorami e scorci mozzafiato.

Un autentico spettacolo di rara suggestione che spazia a 360° dalla catena dell'Appennino Ligure e delle Alpi Marittime al massiccio del Monte Rosa, al Monviso e alle alte cime elvetiche, passando attraverso la Pianura Padana e l'impareggiabile scenario dei Sette Laghi (Orta, Maggiore, Mergozzo, Biandronno, Varese, Monate, Comabbio).

Nel 1911 la vetta fu collegata al centro di Stresa tramite uno storico trenino a cremagliera, in seguito smantellato per lasciare il posto all'attuale funivia, che dalla località di Carciano collega alla vetta.

Per chi ama praticare trekking, il Mottarone offre una miriade di sentieri di interesse storico e paesaggistico, che permettono di attraversare boschi secolari di abeti, pini, larici, faggi e castagni, di incontrare vecchi alpeggi con le bestie al pascolo e prati profumati di erbe e fiori. Il Mottarone gode anche di un certo interesse geologico, attestato da numerose cave, costituite in prevalenza di graniti bianchi e rosa.

In inverno rappresenta un importante centro sciistico del territorio del Golfo Borromeo, con numerose piste, un'attrezzatissima area ristorazione e un punto noleggio.

 Mergozzo


Mergozzo
vanta uno dei più bei borghi lacustri del territorio del Lago Maggiore. Affacciato sulle rive dell'omonimo lago, separato dal Lago Maggiore a seguito delle continue inondazioni del Toce, questo incantevole paese lacustre è un'ambita meta di villeggiatura già a partire dalla stagione primaverile.

Il borgo, caratterizzato da stretti viottoli formati da case in pietra addossate le une alle altre, conduce alla piazza centrale del paese dominata dall'antico olmo secolare: secondo documenti storici, la pianta si trovava nella piazza di Mergozzo già 400 anni fa; ora, completamente cava, è stata insignita del titolo di albero monumentale del Piemonte.

Mergozzo è terra di antichi insediamenti, come dimostra la ricca raccolta del museo Antiquarium, dove sono esposti materiali relativi alla preistoria e all'età del Bronzo, ma anche gli antichi strumenti utilizzati per l'escavazione e la lavorazione del granito del Montorfano e del marmo di Candoglia.

Partendo da Mergozzo è possibile effettuare diversi percorsi di trekking immersi nella natura, come il Sentiero Azzurro, che conduce al villaggio di Montorfano lungo una mulattiera che costeggia il lago. Le spiagge di Mergozzo sono molto frequentate dai turisti e dalla gente del posto e sono molto ben attrezzate con campi da beach volley, parcogiochi e bar.

Da non perdere le gustosissime Fugascine, dolce tipico di Mergozzo, che si possono acquistare presso ogni panetteria del paese.

 I giardini botanicidi Villa Taranto


I giardini di Villa Taranto, situati a Verbania, tra Intra e Pallanza, sono conosciuti in tutto il mondo per la loro bellezza e per la ricchezza di specie floreali che ospitano. Risultato della laboriosa elaborazione intrapresa dal Capitano Mc Eacharn nel 1931, questi giardini dalle mille sfumature cromatiche e dai mille inebrianti profumi regalano da marzo a novembre meravigliose scenografie floreali ai visitatori.

Lo stile è fondamentalmente inglese, anche se non mancano ispirazioni italiane come statue, fontane, specchi d'acqua, terrazzi, cascate ovvero tutti quegli ornamenti che contribuiscono a donare un ulteriore alone magico a questo autentico Eden terrestre, una sorta di tempio sacro della natura.

Rappresenta uno dei giardini botanici più importanti del mondo con migliaia di specie di piante e fiori provenienti da ogni luogo ed armoniosamente distribuite sopra un'area di circa 16 ettari, attraversata da 7 km di viali. Impossibile, anche solo sommariamente, rendere l'idea della ricchezza di colori, profumi ed emozioni: eucalipti, azalee, rododendri, magnolie, michelie, aceri, camelie, dalie, tulipani, fiori di loto, eriche, astri nani, ortensie, numerose piante tropicali (tra cui la Victoria cruziana), esemplari rari come la Dicksonia antartica e la Davidia involucrata).

La creazione di questo magnifico posto fu opera del capitano scozzese Neil Mac Eacharn, che acquistò la villa nel 1931 con la precisa ambizione di creare un giardino da sogno sulle sponde dell'amato Lago Maggiore. Il nome assegnatogli rende omaggio ad un antenato di famiglia fatto duca di Taranto da Napoleone Bonaparte. Nel 1939 il capitano Mac Eacharn, non avendo eredi diretti, decise di donare l'intera proprieta allo Stato italiano, ottenendo in cambio il permesso di essere sepolto nel mausoleo collocato al centro del parco.

 Il Basso lago e Arona


L’ultima parte della sponda piemontese del Lago Maggiore è compresa nel tratto che va da Belgirate a Castelletto Ticino, ed è caratterizzata dalla presenza di diversi luoghi di interesse artistico e culturale.

A Belgirate, per esempio, sorge la piccola chiesa romanica di Santa Maria: risalente al XII secolo, l’edificio religioso si pone in posizione rialzata rispetto al borgo, sovrastandolo. A Massino Visconti, al culmine di una via panoramica lunga 4 km, sorge il santuario di San Salvatore: collocato all’interno di un pendio boschivo, dominato da betulle e faggi.

Proseguendo lungo la statale 33, si susseguono numerose case e ville signorili, ovunque cinte da rigogliosi parchi, come Villa Correnti, fatta costruire verso la fine del XIX secolo dal senatore del Regno d’Italia Cesare Correnti, e l’ottocentesca Villa Faraggiana di Meina, struttura neoclassica circondata da un ampio parco.

Verso la parte finale del Lago Maggiore, si trova Arona, sede primaria dei domini territoriali della famiglia Borromeo che per secoli ebbe una forte influenza sulle zone del Lago. Il Colosso di San Carlo, imponente opera alta 23,40 metri, raffigurante il cardinale San Carlo Borromeo, permette di godere del panorama mozzafiato sulla riva lombarda e piemontese del Lago Maggiore, affacciandosi dalle finestrelle che si aprono sulla veste e guardando attraverso gli occhi della statua.

Infine a Castelletto Ticino, paese a chiusura della sponda piemontese, è possibile ammirare la fortezza del Castello Torriani – Visconti: eretto in epoca medievale, il castello appartenne alla signoria dei Torriani e Visconti e conserva ancora oggi l’imponente torrione quadrato.

 L'alto Lago

 

L’area dell’Alto Lago Maggiore è compresa nella parte nord del bacino lacustre, quella che da Cannobio, ultimo abitato prima del confine svizzero, giunge fino a Ghiffa, paese alle porte di Verbania.

Circondati dalla verdeggiante natura lacustre, i quattro centri più importanti, Cannobio, Cannero, Oggebbio e Ghiffa, godono di una spettacolare vista sulle tre sponde del Lago Maggiore: quella svizzera, quella lombarda e quella piemontese.

Ogni cittadina racchiude una propria storia e proprie tradizioni da riscoprire. A Ghiffa è possibile visitare il Museo del Cappello o raggiungere il Sacro Monte della SS. Trinità, complesso barocco posto in magnifica posizione dominante il Lago Maggiore.

Proseguendo verso la Svizzera, Cannero Riviera offre la vista sui Castelli Malpaga, i cosiddetti "Castelli di Cannero", affascinanti ruderi poggiati su due isole ben visibili dalla riva. La bellezza di questo territorio è data dal perfetto binomio tra natura e arte. Lungo tutta la litoranea Statale 34 è infatti possibile ammirare ville e giardini affacciate sul Lago e nel contempo osservare le numerose realtà rurali, arroccate sulle montagne circostanti e capaci ancora oggi di conservare tradizioni radicate nel tempo.

Infine da Cannobio si accede alla Val Cannobina, vallata estesa per 11.000 ettari a ridosso della sponda piemontese del Lago Maggiore, caratterizzata da un paesaggio vario e affascinante.

 La sponda lombarda

La città di Varese e i paesi lombardi che si affacciano sul Lago Maggiore si trovano sul versante occidentale della regione Lombardia.

Varese, città viva e dinamica, è adagiata su sette colli, Biumo Superiore, Giubiano, San Pedrino, Sant’Albino, Montalbano, Campigli e Miogni ed è circondata dalle storiche “castellanze”, rioni situati intorno al centro storico: un tempo località autonome, oggi sono parte integrante della città.

Tra i luoghi di interesse storico - culturale, vi sono l’antico Castello di Masnago e la seicentesca Villa Mirabello, quest’ultima circondata da un magnifico parco. Varese è infatti famosa per i suoi numerosi giardini e per le sue aree verdi, tanto da essere conosciuta anche come “città- giardino”. Situata all’interno del Parco Regionale dei Fiori, Varese offre numerose possibilità di svago nella natura dove praticare jogging, ciclismo e trekking per ogni gusto.

Sulla sponda lombarda del Lago Maggiore sono affacciate le città di Sesto Calende, Angera, Santa Caterina del Sasso, Laveno, Luino e Maccagno, ognuna con proprie bellezze naturalistiche e architettoniche, tipiche dei paesi lacustri.

 La Rocca di Angera

 

La Rocca di Angera è uno dei pochi edifici fortificati medievali integralmente conservato.

Abbarbicata su uno sperone di roccia calcarea affacciato sulle sponde del Lago Maggiore, la Rocca ebbe, a partire dal Medioevo, un’importanza strategica sia dal punto di vista militare che da quello commerciale.

Inizialmente di proprietà della Mensa Arcivescovile, la Rocca d’Angera venne acquisita nel 1384 dalla famiglia Visconti. Una volta estinta la Signoria dei Visconti nel 1449, la Comunità della Repubblica Ambrosiana decise di venderla al tesoriere ducale Vitaliano Borromeo e ancora oggi la Rocca appartiene alla famiglia Borromeo.

Lo stile architettonico della Rocca risale ai secoli XII e XIV e presenta 5 corpi eretti in epoche diverse. La Torre Principale o Castellana, eretta tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, poggia su di una pianta quadrata e permette di godere di una vista che abbraccia i monti e le sponde del Lago Maggiore. Alla torre maestra è addossato il palazzo conosciuto come Ala Viscontea mentre l’altra ala è detta Ala dei Borromei, alla cui famiglia vanno attribuiti i maggiori interventi successivi al XV secolo. Il piccolo palazzo “alla scaligera”, risalente al XIII secolo, si trova invece tra la cinta muraria e i resti di una torre più antica. Infine l’ultimo corpo è costituito dalla Torre di Giovanni Visconti, edificato intorno al 1350 durante l’arcivescovato di Giovanni Visconti, il corpo si trova nell’area adiacente all’estremità meridionale dell’Ala viscontea.

Tra le sale della Rocca vi è la bellissima Sala di Giustizia che ospita il ciclo di affreschi realizzato nel XII secolo dall’anonimo “Maestro di Angera”, il quale rappresentò vicende legate alla vita dell’arcivescovo Ottone Visconti.

La Rocca d’Angera ospita inoltre una meravigliosa collezione di bambole d’epoca, un vero e proprio excursus tra bambole,giocattoli, libri, mobili in miniatura, giochi da tavolo e di società dal Settecento ad oggi.

 

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